Se
gli “ultrà” greci inneggiano ad Atene al genocidio di Srebrenica, come avvenuto
domenica scorsa in occasione della partita di calcio valevole per il gruppo di
qualificazione H in vista dei Mondiali russi del 2018, vuol dire semplicemente
due cose: che la madre dei fascisti, di questi tempi, è sempre e particolarmente
incinta, in particolare ma non solo bell’Europa balcanica e orientale, e che
vent’anni e più di distanza dal genocidio non hanno sopito i bollori dell’estrema
destra greca, che “tanto” ha dato e fatto per la realizzazione di quel
genocidio (11 luglio 1995, 10.741 morti, tutti musulmani bosniaci, in gran
parte maschi tra i 12 e i 17 anni).
L’estrema
destra xenofoba greca, che ha recentemente conosciuto anche i fasti del
governo, ha infatti dato un tributo in uomini e mezzi non indifferente all’assedio
e al genocidio di Srebrenica, fino a spingere le alte sfere del governo della
Republika Srpska, nel 1996, a ringraziare i “camerati” per il tributo
fondamentale dato alla “liberazione” di Srebrenica. I greci sono stati secondi
solo ai serbi a livello di presenza numerica paramilitare a Srebrenica,
svolgendo qui il ruolo che i russi, ad esempio, hanno avuto a Višegrad per il
locale massacro di circa 3.000 musulmani bosniaci e per l’applicazione su
amplissima scala dello stupro etnico come arma di annientamento umano e
culturale del “nemico”. Non è un caso che l’estrema destra serbo-bosniaca abbia
voluto dedicare un singolare monumento nel cimitero di Višegrad alla quarantina di “eroi
russi” immolatisi “per la libertà e la democrazia” della località della Bosnia
orientale, resa immortale dall’opera di Ivo Andrić. Le parole “libertà” e “democrazia”
in bocca a dei fascisti e a degli assassini fanno decisamente paura.
Il
governo greco ha per fortuna stigmatizzato il comportamento degli “ultras”, scusandosi,
alla pari della Federcalcio, con gli omologhi bosniaci. Resta però da capire
quanto sia stato fatto dalla politica, dalla giustizia, dai media e dalla scuola in Grecia per
punire i paramilitari che hanno partecipato al genocidio di Srebrenica e per raccontare
ai loro concittadini di tutte le età di quali mostruosità si siano macchiati
molti fascisti contemporanei greci. I fatti di domenica dovrebbero spingere il
governo greco verso una sincera riflessione al fine di correre ai ripari,
seppure con colpevole ritardo.