Monsignor Henryk Hoser è giunto ieri a Medjugorije per le indagini suppletive richieste da papa Francesco per verificare se si tratti di bufala oppure di... bufala con pomodori, una caprese in salsa croato-bosniaca dal conto piuttosto salato. Di fronte al flusso immenso di denaro magnanimamente depositato ogni anno in loco (per tacere delle casse delle agenzie di viaggio) da 2,5 milioni di pellegrini privati, normalmente condotti da combattivi, paffuti e furbi preti, anche monsignor Hoser sarà chiamato a fare due conti.
Il vero miracolo è, infatti, a Medjugorije, non tanto la comparsa periodica e perfettamente cadenzata dal ritmo dei registratori di cassa della Madonna-postina. Il miracolo è invece quello del business, che ha trasformato un villaggio disperso e lontano da tutto e da tutti in un centro di aggregazione per creduloni italo-croato-sloveno-austriaci capace di produrre ricchezza non da poco, oltre che una drammatica separazione tra i francescani locali e quelli del resto della Bosnia. Miracolo però, quello economico, che non si ripete nelle casse pubbliche bosniache, perché quei soldi prendono tutti altre vie, piuttosto che non quella, che sarebbe provvidenziale davvero, delle dissestate finanze nazionali...
Ancora una volta, insomma, la quotidianità c'insegna che un gruppo di furbacchioni può fare la differenza (per sé) se non c'è qualcuno pronto a mettere tutto in discussione e a prendere le giuste decisioni. Papa Francesco di ritrova una bella gatta da pelare tra le mani, con la Chiesa spaccata al suo interno e il non troppo remoto rischio di una scissione nel nome del dio denaro. Comunque vada, per qualcuno sarà una sconfitta. A volte, però, è bene che a perdere siano quelli dalla parte del torto. E questo papa Francesco lo sa probabilmente molto bene.