mercoledì 30 luglio 2014

Petizione: “Riforma ONU: Abolizione diritto di veto che blocca l'azione di fronte alle crisi umanitarie, vedi Genocidio in Rwanda ieri e a Gaza oggi”

Sono tra i primi firmatari di questa petizione che chiede l'urgente riforma delle Nazioni Unite. Qualora foste interessati a firmarla, potete farlo a questo link:
http://www.change.org/it/petizioni/ban-ki-moon-stati-membri-onu-consiglio-di-sicurezza-onu-riforma-onu-abolizione-diritto-di-veto-che-bloccano-l-azione-fronte-alle-crisi-umanitarie-vedi-genocidio-rwanda-ieri-e-gaza-oggi

Il testo della petizione: 

"L’ONU è disarmata di fronte alle crisi per via del potere di veto dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza: a dispetto delle lacrime e delle emozioni mostrate negli ultimi giorni in Consiglio di Sicurezza, tra Ucraina, Siria e Gaza, il Palazzo di Vetro non riesce a incidere sui destini del mondo. Il New York Times offre la sua spiegazione: “Non è perché le grandi potenze si disinteressano delle crisi, è perché se ne interessano troppo”.
Russia e Stati Uniti, scrive la corrispondente dall’ONU del quotidiano Somini Sengupta, hanno forti interessi in ciascun conflitto e le regole della diplomazia permettono loro, assieme agli altri tre membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – Gran Bretagna, Cina e Francia – di porre il veto su ogni delibera del Consiglio. Dalla fine della Guerra Fredda gli Stati Uniti lo hanno fatto 14 volte, per lo più su risoluzioni relative al conflitto israelo-palestinese; la Russia ha bloccato 11 risoluzioni che coinvolgevano i suoi alleati, da ultimo il regime di Bashar al-Assad in Siria.
Quando c’è una crisi in cui una grande potenza ha un interesse, questa potenza cercherà di bloccare ogni interferenza del Consiglio di Sicurezza e l’Onu finisce così per essere responsabile di crisi che altri hanno sapientemente causato e ostacolato la risoluzione!
Fu così nel ‘94 durante il genocidio dei Tutsi del Rwanda e oggi assistiamo allo stesso teatrino di fronte ai tanti morti di bambini nella striscia di Gaza! O facciamo funzionare l'ONU oppure smettiamo di nasconderci dietro questa organizzazione e troviamo un altro modo per far valere la Carta dei diritti umani".
Prima firmataria, Françoise Kankindi