Migliaia di persone presenti ieri a Potočari per l’annuale
rievocazione del genocidio di Srebrenica. Lacrime, 175 piccoli feretri verdi
sepolti, polizia, telecamere, le parole del calciatore della nazionale bosniaca
e del Manchester City Edin Džeko postate sul suo account twitter: “Non dimenticare mai Srebrenica! Mai!”.
Per queste poche cose sarà ricordato il diciannovesimo
anniversario del genocidio di Srebrenica, oltre che per il totale silenzio dei
media italiani, e di molti stranieri. Bastano diciannove anni per cancellare il
ricordo del primo genocidio dei nostri tempi in Europa dopo la Shoah. Da
sottolineare il grande lavoro di comunicazione svolto, come sempre, da Amnesty
International, tra le poche voci al mondo a ricordare e ad essere vicina ai
famigliari delle circa 10.700 vittime musulmane bosniache – in gran parte
uomini tra i 12 e i 76 anni – sterminate dalla ferocia dei soldati
serbo-bosniaci comandati da Ratko Mladić e dei paramilitari serbi armati e
inviati dal governo allora guidato da Slobodan Milošević.