venerdì 4 luglio 2014

Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri per l’anniversario: Stefania Sarallo/Confronti

«Adesso vi portiamo in un posto speciale». Con questa promessa, complici e visibilmente orgogliose delle bellezze del nostro Paese, ci dirigemmo verso il colle  Aventino in compagnia delle nostre amiche bosniache della Cooperativa Potočnica*, S. e N. La primavera era alle porte, ma aveva da poco piovuto e un venticello fresco trasportava,  insieme all’odore inebriante della terra bagnata, l’intenso profumo degli aranci in fiori. Quando Roma si aprì imponente sotto di noi, i loro sguardi si accesero. L’emozione prese il sopravvento e fu facile anche per loro lasciarsi travolgere dall’entusiasmo. Fu un roteare di risate contagiose e un po’ “bambine”. Nicoletta si sbracciava, desiderosa di mostrare loro tutto ciò che lo sguardo era in grado di afferrare. Fu a quel punto che, inaspettatamente, S. incupita in volto disse: «È tutto così bello qui, ma quando verrete in Bosnia noi potremo mostrarvi solo pietre e le tombe dei nostri cari… ». Non è così, cara amica. Il tuo Paese ha molto da mostrare non solo a noi, ma al mondo intero: il coraggio con il quale continuate a r-esistere e a fare Memoria, la solidarietà che vuole andare oltre quei confini definiti a tavolino, il lavoro attraverso il quale la terra martoriata tornerà fertile. Ciò che state coltivando oggi darà frutti ai vostri figli e nipoti. Continuiamo insieme a lavorare e a credere che quel futuro sarà possibile.

* Potočnica è il nome di una cooperativa agricola femminile che ha sede a Potočari, la frazione di Srebrenica dove sorge il Memoriale delle vittime del genocidio dell’11 luglio 1995. In bosniaco Potočnica denomina una pianta, il Myosotis, in italiano il “nontiscordardime”

Stefania Sarallo 
Giornalista della testata Confronti