venerdì 7 aprile 2017

7 aprile, a Višegrad va in scena il bluff di Murat sulla diga

Il 6 aprile 1992 in Bosnia Erzegovina rappresenta lo spartiacque tra il prima e il dopo, tra ciò che era e mai più sarà. È, infatti, la giornata in cui cadono le prime vittime ufficiali a Sarajevo e in cui l’esercito che fu jugoslavo, la Jna, toglie le sicure e fa partire le prime bordate di artiglieria pesante su Višegrad. La gente scappa. I colpi di cannone sono destinati alle case della maggioranza musulmano-bosniaca. Contestualmente, al confine tra Serbia e Bosnia Erzegovina vanno ammassandosi i soldati della Jna del Corpo di Ušice. La maggior parte dei musulmani-bosniaci cerca di sfuggire ai bombardamenti lasciando come può la città e i villaggi circostanti. Un gruppo di musulmani-bosniaci reagisce all’aggressione militare delle unità della Jna prendendo in ostaggio alcuni serbo-bosniaci e occupando la centrale idroelettrica e la diga. Minaccia di far saltare in aria l’enorme muro di cemento armato che ferma la corsa di milioni di litri d’acqua dolce. Le conseguenze sarebbero gravissime perché una massa d’acqua incontrollabile e dalla spaventosa forza bruta si riverserebbe su tutta quella regione della Bosnia e dilagherebbe poi in Serbia, spazzando via tutto, con perdite economiche e di vite umane enormi. A capo della banda di cittadini musulmani di Višegrad c’è Murat Šabanović. I media sono attratti dalla notizia come orsi dal miele. Comincia una drammatica contrattazione in diretta televisiva, mentre sia Višegrad sia le cittadine e i villaggi nei dintorni si vanno svuotando ulteriormente per paura che l’impossibile – la deflagrazione della diga – possa d’incanto rivelarsi possibile. L’iniziativa di Šabanović e dei suoi ha l’effetto di fermare le cannonate e di congelare lungo il confine la presenza del Corpo di Ušice. Per quasi una settimana la regione vive come sospesa in una situazione di stallo, finché il 12 aprile Šabanović e i suoi cedono, rivelando il bluff. Le forze armate jugoslave riprendono il controllo della diga e della centrale idroelettrica; il Corpo di Ušice, il giorno dopo, 13 aprile, un lunedì, entra in Bosnia e lancia l’attacco contro una Višegrad ormai largamente spopolata.

Il resto ve lo racconto in VIŠEGRAD.L’ODIO, LA MORTE, L’OBLIO, in libreria, presso gli store online e sul sito della casa editrice.