La pubblicazione
dei dati del censimento slitta mese dopo mese da quasi tre anni, ma ormai si è
forse arrivati al punto di non ritorno. Secondo quanto rivelato dal quotidiano
bosniaco “Nezavisne novine”, l’ultimo tentativo di mediazione tra i gruppi
nazionalisti al potere nelle due Entità che dal 1995 costituiscono la Bosnia
Erzegovina sarebbe fallito poiché le due parti non riescono a mettersi d’accordo
sulla metodologia di elaborazione dei dati raccolti. La sostanza è che ci sarebbero
problemi nell’individuare o nel determinare l’appartenenza “etnica” e “religiosa”
di circa 196.000 cittadini. E ciascuno dei gruppi nazionalisti al potere nelle
due entità sta tirando per la giacchetta quelle persone per fare in modo che
entrino a ingrossare i numeri del proprio schieramento. A questo si aggiunge la
volontà dei serbi di Bosnia di usare quei dati per dimostrare che, secondo
loro, le vittime del conflitto bosniaco-erzegovese sarebbero state 96.000 e non
254.000, come denunciato dai musulmani di Bosnia, che a loro volta avrebbero l’interesse
a incrementare il numero delle loro vittime e, secondo i serbo-bosniaci, e
ridurre quello dell’altra parte. Insomma, una situazione difficilissima, figlia
ancora una volta dell’idiozia nazionalista di tutte le parti, che rischia non
solo di mandare in fumo una cifra enorme per i magri conti bosniaco-erzegovesi,
ma anche di rinfocolare vecchi rancori e allontanare ancora di più la Bosnia
dall’Unione europea. Circostanza, quest’ultima, particolarmente gradita al
momento soprattutto al nazionalismo serbo-bosniaco. La Ue media, ma la
situazione pare difficile da modificare. Al momento, l’unica speranza parrebbe
essere quella di rinviare al 31 dicembre 2016 la scadenza per la pubblicazione
dei dati, così da provare a intavolare nuove trattative. Ma non è ben chiaro se
tutte le parti siano disposte a questo slittamento.