giovedì 10 settembre 2015

A Berlino si gioca Serbia-Turchia e i četnici sugli spalti danno “spettacolo”

Un numero non precisato di “tifosi” serbi presenti a Berlino alla gara valida per i Campionati europei di basket tra Serbia e Turchia si è presentata sugli spalti indossando t-shirt nere con sopra l’immagine del boia di Srebrenica (e dell’intera Bosnia Erzegovina) Ratko Mladić, lasciandosi inoltre andare ad atteggiamenti estremistici, quale in particolare l’abusato saluto četnico delle tre dita sollevate in alto, a significare Dio, patria e famiglia. La Serbia ha meritatamente vinto la partita contro la Turchia, con un rotondo 91-72, trascinata da un superbo Milos Teodosić, talento puro, autore di 17 punti e 13 assist.
Purtroppo la Serbia non sembra sappia (o voglia) liberarsi degli ultras fascisti e negazionisti che seguono tutte le sue rappresentative, sia in patria che all’estero, provocando spesso incidenti e determinando non di rado sanzioni per la rappresentativa nazionale.
Il senso di vestire una maglia con sopra la rubiconda e sanguigna figura di Mladić presentava in questo caso per quei fascisti travestiti da supporter un valore in più: dall’altra parte c’erano i turchi, nemici giurati di Mladić, accostati dagli ultranazionalisti serbi ai musulmani bosniaco-erzegovesi, oggetto di persecuzioni, stupro etnico e stragi ripetute nel corso della guerra del 1992-1995 da parte delle belve dall’aspetto umano agli ordini proprio di Mladić.
Insomma, un misto di guerra di religione, ignoranza, estremismo fascista e razzismo (quattro elementi che da sempre convivono perfettamente e si sostengono a vicenda) è andato in scena sugli spalti di Berlino. Ora si tratta di capire se la polizia tedesca e la federazione cestistica internazionale intendono chiudere gli occhi o agire nei confronti di quei personaggi e della federazione serba. È noto come il negazionismo sia al potere in Serbia, con l’accoppiata Nikolić-Vucić. Una qualche azione esemplare non sarebbe male. Almeno per dare un segnale positivo, ogni tanto.