venerdì 4 settembre 2015

Mondiali di tiro con l’arco: Torricelli fuori per una manciata di punti, ma…

Un titolo non può evidentemente riassumere correttamente un intero mondiale. Graziano Torricelli è undicesimo (per una manciata di punti dall’ottavo) e torna a casa a Formigine. Questo è il dato statistico e giornalistico. Poi c’è quello sportivo e umano. E lì è Campione del Mondo.
L’arciere formiginese ha dimostrato che nulla può prevalere sulla forza di volontà, sul sacrificio, sull’applicazione, sull’amore. È, questo, un esempio per i meno giovani e per i più giovani, indifferentemente. Ma bisogna saperlo cogliere. E bisogna saperlo valorizzare. La Compagnia degli Arcieri e Balestrieri di Formigine lo saprà fare, su questo non c’è dubbio.
Niente finali, dunque, ma fa venire i brividi anche a me pensare che oggi Graziano Torricelli è l’undicesimo arciere specializzato in arco nudo più forte del mondo. Fino a quattro anni fa, quando ha cominciato, a “ben” 49 anni, probabilmente neppure nei suoi sogni più sfrenati se lo sarebbe aspettato.
L’undicesimo posto della Cascata delle Marmore, dunque, non rappresenta per Graziano uno stop, ma un vero grande inizio. Parte da primo in Italia e da undicesimo nel mondo, pagando probabilmente il peso della responsabilità della maglia azzurra, mai vestita prima e indossata per la prima volta per disputare un Mondiale.
Chi è l’esempio? La nazionale italiana di calcio che – con fior di milionari in campo – batte per pura fortuna con un gollettino la piccola Malta o un operaio di mezza età che con sole, pioggia o neve non salta un allenamento e la mattina dopo, all’alba, è al lavoro?
Graziano c’insegna che c’è una grande differenza tra un atleta e un giocatore. Lui è un atleta. Quei milionari senza cuore e senza attributi per i quali si sgolano in milioni sono giocatori. E infatti giocano coi sentimenti e con le aspettative di chi ancora li segue.
Meglio spegnere la tv, uscire di casa e andare a fare sport. A qualunque età. Invece che rincoglionirci, potremmo ritrovarci a un certo punto a vivere un sogno Mondiale. Un sogno vero. O, semplicemente, stare meglio con noi stessi e fare nuovi amici e nuove esperienze.
Grazie anche per questo, Graziano. Dal quale, ora, non ci aspettiamo solo una conferma sul campo ma anche uno dei suoi pranzi luculliani. Perché Graziano Torricelli è anche un grande cuoco. E perché prima o dopo un mega-pranzo con Graziano ai fornelli, arco, frecce e buon umore non mancano mai.
Grazie Graziano, continua così!

Ps: negli ultimi giorni, colpevolmente, ho dimenticato di citare il grande lavoro fatto su Facebook dall’amico arciere Nino Mirulla, che ha creato una pagina ad hoc per seguire le imprese di Graziano e degli azzurri. Grazie Nino e scusa per la dimenticanza! Per andaresulla pagina, fate clik qui.