lunedì 14 marzo 2016

4/“Eden”, Arthur Conan-Doyle e “The Lost World”: tutto comincia un secolo fa

Oggi posso dire che non sia stato un caso.
Ho scoperto la letteratura di Arthur Conan-Doyle “tardi”, intorno ai 25 anni.
“Sbagliando” – si fa per dire – decisi di cominciare dalla lettura di tutti i romanzi e i racconti dedicati dal grande scrittore di Edimburgo alla sua più geniale creatura, Sherlock Holmes.
Ne rimasi estasiato.
Allora decisi di andare oltre, dedicandomi ai romandi e ai racconti fantastici e d’avventura di quello che stava rapidamente diventando il mio scrittore preferito (e oggi non lo è senz’altro di meno). Acquistai un cofanetto composto da tre libri. E cominciai subito con la lettura di “The Lost Word”. Ne rimasi fulminato. Lo lessi in un giorno e una notte. Poi ricominciai. Arrivato alla terza lettura, mi resi conto che l’amore era definitivamente e inevitabilmente scoccato.
Da allora le figure del giornalista un po’ impacciato Edward Dunn Malone, del collerico e geniale professor George Challenger e dei loro due compagni d’avventura, l’arcigno e acido professor Summerlee e l’atletico sportsman Lord John Roxton, non mi hanno più lasciato.
Sulla figura scomparsa e lontana, ma a suo modo affascinante, degli sportsmen ci sarebbe da scrivere tantissimo. A partire dai tanti sportsmen italiani, emuli di quelli anglosassoni, in gran parte nobili annoiati, è vero, ma anche uomini arditi che, grazie alle loro possibilità economiche e alle loro capacità organizzative, hanno scritto pagine fondamentali dello sport tra le seconda metà dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento, per poi scomparire pian piano.
Alla fine del processo di macerazione del viaggio malese e dopo la sesta o settima rilettura de “Il mondo perduto”, salì dentro di me il desiderio fortissimo di cimentarmi in un’avventura letteraria simile a quella narrata in quel romanzo-capolavoro dal grande Conan-Doyle. Siamo intorno al 2003 e in alcuni mesi EDEN. IL PARADISO PUÒ UCCIDERE nasce. Ma niente mondo giurassico, per carità. Ormai Steven Spielberg lo ha reso un luna park poco credibile. Un mondo più vicino a noi e scarsamente battuto dalla grande letteratura era ciò che faceva al mio caso. E sono cominciate le ricerche.
Da allora l’ho rimaneggiato almeno tre volte in maniera profonda: 2006, 2010 e 2015. E sono arrivato alla conclusione che EDEN.IL PARADISO PUÒ UCCIDERE è finalmente pronto e da dare alle stampe.
Che cosa è successo nel frattempo?
Tante, tantissime cose. La più interessante e singolare delle quali è che il romanzo, numericamente e qualitativamente, nelle librerie è in crisi, in depressione assoluta.
E ancora oggi, con le prenotazioni in libreria terminate e il romanzo alle stampe, mi chiedo se non sia stata una follia il volerlo pubblicare.
Ma non potevo aspettare oltre, non ce la facevo più. EDEN chiedeva di nascere, finalmente. E io, in qualità di autore, non potevo continuare a ignorare quell’esigenza profonda. E così, ora sono in attesa del primo vagito di un libro che aspetto da circa tredici anni…