martedì 27 giugno 2017

27 giugno 1973, il golpe in Uruguay

Il colpo di stato militare fu perpetrato in Uruguay il 27 giugno 1973 dalle forze armate in collaborazione con il conservatore Partido Colorado e l’allora presidente Juan Maria Bordaberry Arocena (eletto democraticamente nel 1971). La dittatura – utilizzando strumenti quali l’arresto sistematico degli oppositori e la loro sparizione forzata, la tortura, la minaccia fisica e psicologica – si protrasse fino al 1985
Già negli anni che hanno preceduto il golpe del 27 giugno 1973 la violenza attraversava l’Uruguay. Anahì, come tanti altri giovani universitari, si interessa di politica, si schiera dalla parte di chi difende la libertà e i diritti fondamentali, scende nelle piazze per denunciare i metodi repressivi del governo. Questa generazione pagherà il prezzo più alto per le sue idee. L’esperienza della prigione e della tortura spezza in due la vita e i ricordi di Anahì. In esilio a Firenze, tenta di costruire una vita “normale”, ma riuscirà a liberarsi delle ombre di un passato oscuro e rimosso soltanto tornando a Montevideo, quando in Uruguay è tornata la democrazia. Si intrecciano alla sua storia quelle di Marisa, Santiago, Lucia, Tomàs e molti altri protagonisti che compongono un affresco intenso e complesso di un popolo che con coraggio e ostinazione ha sfidato il potere efferato della dittatura. Anahí del mare. La dittatura in Uruguay, la notte di un popolo il racconto autobiografico di Anna Milazzo, oscilla tra la suggestione del mito e l’impegno civile, tra un tempo soggettivo e quello della memoria storica. Un percorso personale, quello dell’autrice, per rivivere, affrontare e superare le ferite del passato.
“La sistematica violazione dei diritti umani non fu solo un metodo ‘necessario’ a eliminare l’opposizione ma un progetto politico scientificamente pianificato. Questa la tremenda verità dei pronunciamenti militari latinoamericani. La vicenda umana e politica di Anna Milazzo è un esempio emblematico di quello che accadde. Prima, dopo... durante. […]
Anahí del mare ci narra la notte di un popolo ma alla fine della lettura la ‘luce’ di Anna inonda di senso l’intera vicenda. Anna ha vinto. A caro prezzo, certo, ma questo libro raccoglie mille e mille piccole vittorie. Anche delle persone che le sono state vicino in questi lunghi anni.
Spero che Anahí del mare abbia il successo che merita. Spero che in tanti, tantissimi lo leggano. Spero che venga adottato nelle scuole. Che scuota coscienze, cha ravvivi memorie.
Io lo porterò con me. Nella mia mente, nel mio cuore”. (Massimo Carlotto)