giovedì 8 giugno 2017

"I bastardi di Sarajevo" visti dallo scrittore veneto Brion

Ho avuto il piacere di ricevere via Facebook questo messaggio dal collega scrittore Cristiano Brion a proposito di un libro che mi è molto caro, I BASTARDI DI SARAJEVO. Mi fa piacere condividere con tutti voi la lettura di Brion.

"Domenica 2 aprile 2017 a Castelfranco Veneto si è svolta “Castelfranco legge”, manifestazione libraria dedicata alla piccola editoria. Qui ho avuto il piacere di incontrare la casa editrice Infinito e due libri mi hanno catturato, in particolare "I bastardi diSarajevo” di Luca Leone, che ho scoperto dopo essere anche l’editore.
Ho avuto la fortuna di visitare la città di Sarajevo nel 2008, con ancora evidenti i segni del martirio, in città e lungo tutto il percorso che all’epoca mi portò da Dubrovnik a Sarajevo. Ho un ricordo indelebile di una città splendida dove si respirava un'aria particolare, l’aria della fratellanza. La guerra in Bosnia è una ferita, per me, difficile da rimarginare, il primo e finora ultimo conflitto in Europa dopo la seconda guerra mondiale, combattuto a pochi chilometri da casa nostra, nell’indifferenza dei più e per ragioni che solo dopo molti anni ho imparato a conoscere attraverso numerose letture sull’argomento, quasi a voler colmare un senso di colpa latente.
I bastardi di Sarajevo” è stata l’ennesima lettura shock sull’argomento, un insieme di racconti che l’autore stesso dice “sono o possono essere tutti veri o verosimili”. È unlibro che punta diretto allo stomaco del lettore, è crudo, aspro, nelle storie e nel linguaggio. Sbatte in faccia al lettore una realtà difficile da immaginare. Aver scoperto - la somma ignoranza di chi scrive è colpevole e basta - che italiani partivano per fare delle battute di “caccia all’uomo” durante il periodo della guerra e probabilmente ancora oggi, mi lascia un tale amaro in bocca, che urlo, per la disperazione, in faccia al libro mentre lo sto leggendo.
Aspro nei toni ma delicato e struggente quando vi si racconta la storia di due sorelle, provate nel fisico e nell’anima dalla guerra, che stanno cercando di trovare una via di uscita nella morte. Ho ancora i brividi al ripensare ai capitoli scritti in corsivo.
Un libro che ti proietta in un altro mondo, molto vicino fisicamente e moralmente al nostro, ma che pochi conoscono; si ricorda a malapena che nel 1984 a Sarajevo ci sono state le Olimpiadi. Un libro che ti impedisce di interrompere la lettura: devi andare avanti e capire fino in fondo cosa voglia dire Snajper in quel contesto, dopo aver visto il film di Clint Eastwood.
Come spesso accade, il vino buono sta nelle botti piccole. Grazie a Luca Leone e alla sua casa editrice per offrire a tutti la possibilità di capire qualcosa di più di quella parte del mondo così lontana e allo stesso tempo così vicina.

Cristiano Brion
Castelfranco Veneto, 7 giugno 2017