Ho avuto il piacere di ricevere via Facebook
questo messaggio dal collega scrittore Cristiano Brion a proposito di un libro
che mi è molto caro, I BASTARDI DI SARAJEVO. Mi fa piacere condividere con tutti voi la lettura di Brion.
"Domenica 2 aprile 2017 a Castelfranco
Veneto si è svolta “Castelfranco legge”, manifestazione libraria dedicata alla
piccola editoria. Qui ho avuto il piacere di incontrare la casa editrice
Infinito e due libri mi hanno catturato, in particolare "I bastardi diSarajevo” di Luca Leone, che ho scoperto dopo essere anche l’editore.
Ho avuto la fortuna di visitare la città di
Sarajevo nel 2008, con ancora evidenti i segni del martirio, in città e lungo
tutto il percorso che all’epoca mi portò da Dubrovnik a Sarajevo. Ho un ricordo
indelebile di una città splendida dove si respirava un'aria particolare, l’aria
della fratellanza. La guerra in Bosnia è una ferita, per me, difficile da
rimarginare, il primo e finora ultimo conflitto in Europa dopo la seconda
guerra mondiale, combattuto a pochi chilometri da casa nostra,
nell’indifferenza dei più e per ragioni che solo dopo molti anni ho imparato a
conoscere attraverso numerose letture sull’argomento, quasi a voler colmare un
senso di colpa latente.
“I bastardi di Sarajevo” è stata
l’ennesima lettura shock sull’argomento, un insieme di racconti che
l’autore stesso dice “sono o possono essere tutti veri o verosimili”. È
unlibro che punta diretto allo stomaco del lettore, è crudo, aspro, nelle
storie e nel linguaggio. Sbatte in faccia al lettore una realtà difficile da
immaginare. Aver scoperto - la somma ignoranza di chi scrive è colpevole e
basta - che italiani partivano per fare delle battute di “caccia all’uomo”
durante il periodo della guerra e probabilmente ancora oggi, mi lascia un tale
amaro in bocca, che urlo, per la disperazione, in faccia al libro mentre lo sto
leggendo.
Aspro nei toni ma delicato e struggente quando
vi si racconta la storia di due sorelle, provate nel fisico e nell’anima dalla
guerra, che stanno cercando di trovare una via di uscita nella morte. Ho ancora
i brividi al ripensare ai capitoli scritti in corsivo.
Un libro che ti proietta in un altro mondo,
molto vicino fisicamente e moralmente al nostro, ma che pochi conoscono; si
ricorda a malapena che nel 1984 a Sarajevo ci sono state le Olimpiadi. Un libro
che ti impedisce di interrompere la lettura: devi andare avanti e capire fino
in fondo cosa voglia dire Snajper in quel contesto, dopo aver visto il film di
Clint Eastwood.
Come spesso accade, il vino buono sta nelle
botti piccole. Grazie a Luca Leone e alla sua casa editrice per offrire a tutti
la possibilità di capire qualcosa di più di quella parte del mondo così lontana
e allo stesso tempo così vicina.
Cristiano Brion
Castelfranco Veneto, 7 giugno 2017