Secondo il sito indipendente Balkan Insight, Milorad Dodik, presidente della Republika Srpska di Bosnia (Rs - una delle due Entità che costituiscono la Bosnia Erzegovina dopo gli Accordi di Dayton), “ha dichiarato che non saranno mai ammessi nelle scuole locali libri di storia che raccontino il genocidio di Srebrenica e l’assedio di Sarajevo”. Persino l’italico Corriere della Sera online s’è accorto della notizia, e questa non è cosa di poco conto, coi tempi che corrono per il livello complessivo dei media italiani.
Ciò detto, la notizia è una
non-notizia – o forse una notizia estiva, da ombrellone – poiché mai i testi scolastici
della Federazione sono entrati nelle scuole della Rs (e mai quelli della Rs in
quelle della Federazione…), dove si studia su libri stampati in cirillico a
Belgrado, e mai Dodik ha ammesso e con serenità (per sé e per il popolo che
purtroppo è indegnamente chiamato a rappresentare) accettato il genocidio di
Srebrenica, con ciò dimostrando appieno il suo livello politico e umano, oltre
che il suo difficile rapporto con quella cosa chiamata giustizia. Sul fatto che
Dodik non ammetta l’assedio di Sarajevo, poi, credo che la cosa non meriti
alcun commento: evidentemente i sarajevesi si sono assediati da soli per oltre
1.400 giorni e hanno ammazzato con cecchini e granate 11.541 di loro senza
neppure accorgersene… sono fatti così, questi sarajevesi: sempre distratti…