Perché
oggi a Višegrad un tycoon serbo-bosniaco inaugura un
monumento a Mehmed paša
Sokolović? La domanda è destinata forse a rimanere senza risposta ufficiale.
Fatto è che oggi a Višegrad viene inaugurato questo monumento, che vedete
nell'immagine, già collocato da qualche giorno lungo ulica Druge podrinjske brigade. Il monumento raffigura il paša turco seduto, rivolto verso lo stari most, il ponte cinquecententesco
dalle undici agili arcate, da lui stesso voluto per unire le due sponde
dell'azzurra e gelida Drina. Ulica Druge
podrinjske brigade è, però, anche la passeggiata che conduce verso l'aborto
storico-architettonico denominato Andrićgrad. Aspetto non secondario, questo.
Finanziatore dell'opera non è uno dei tanti enti
benefici turchi che fanno danni a destra e a manca da anni in Bosnia ma,
sorpresa, un tycoon serbo-bosniaco, Slobodan
Pavlović, diventato ricco negli Stati Uniti (o forse partito ricco e
affermatosi definitivamente negli States), amico intimo del padre-padrone della
Repubblica serba di Bosnia (Rs) Milorad Dodik e con qualche questione aperta
con la giustizia. In particolare, il fallimento della Pavlović
Banka, il suo personale
istituto di credito la cui chiusura ha messo sul lastrico parecchi comuni della
Rs, le cui finanze erano depositate proprio nelle casse del magnate originario
di Bijelijna, parlamentare della Rs nel partito-cricca di Dodik.
Pavlović è presente oggi
a Višegrad
insieme al cattedratico Matija Bećković e al sindaco della città sulla Drina,
il nazionalista Mladen Đurević, che non ha mancato di esternare in largo
anticipo i suoi sentiti ringraziamenti per la munifica donazione. Bećković, per
inciso, è uno scrittore serbo abbastanza quotato, amico di Vojislav Kuštunica, l’ex primo ministro di Belgrado,
vicino agli ambienti nazionalisti, ma non – almeno ufficialmente – a quelli
ultranazionalisti serbi. Vedremo.
Personalmente, ritengo
che dopo lo scippo del nome del grande Ivo Andrić, il ridicolo regime serbo-bosniaco con questa
mossa voglia rivendicare anche la serbità (leggasi purezza serba) del paša ottomano Sokolović,
uno dei tanti ragazzi che i Turchi spottrassero come pegno di sangue alle
famiglie delle comunità lungo la Drina per renderli parte dell'ossatura burocratica,
amministrativa o militare dell'Impeto turco. In questo la famiglia Sokolović si
distinse poiché dette alla Turchia molti suoi figli, diversi dei quali assurti
a ruoli di assoluto prestigio e potere. Ai tempi di Mehmed paša Sokolović, tuttavia, a capo della chiesa ortodossa c'era un
altro Sokolović, fratello del primo. Probabile che con questa mossa, nonostante
sia passato ormai mezzo millennio, dopo essersi indebitamente appropriati dello
stari most (e dello scrittore che lo
ha reso immortale) gli ultranazionalisti vogliano fare lo stesso anche con chi
lo ha fatto costruire. Ridicoli, è vero. Ma la storia ci insegna che certi
ridicoli fascisti anni dopo si sono rivelati il Male incarnato in terra...