venerdì 23 giugno 2017

Višegrad, 25 giugno 1992, la deportazione in Macedonia

Višegrad, cittadina della Bosnia orientale, entra dalla primavera del 1992 nel vivo del conflitto che costerà alla ex repubblica jugoslava circa 120.000 morti, due milioni di sfollati interni e un milione e mezzo di profughi. Il gruppo paramilitare delle Aquile bianche guidato dai cugini Milan e Sredoje Lukić – tiene in ostaggio la città seminando terrore e attuando una radicale pulizia etnica ai danni della popolazione civile musulmano-bosniaca, che costituisce circa il 64 per cento dei residenti.
Il 25 giugno segna il rastrellamento di centinaia di musulmani che verranno deportati, dopo un viaggio terribile, nella terra di nessuno al confine con la Macedonia.
Ripercorriamo quel terribile giorno grazie all’attento lavoro di ricostruzione del giornalista Luca Leone nel libro Višegrad. L’odio, la morte, l’oblio.
“Il 25 giugno 1992 centinaia di cittadini musulmani-bosniaci di Višegrad vengono rastrellati e radunati; sono costretti a firmare una di­chiarazione nella quale attestano d’essere stati trattati bene dai paramili­tari serbo-bosniaci. Vengono quindi fatti salire su autobus con destina­zione Macedonia e così deportati in massa. Alcuni sono fatti scendere dopo pochi chilometri e uccisi davanti a tutti, per divertimento oppure a titolo dimostrativo. Magari sotto l’effetto di droghe o per delirio di onnipotenza. I superstiti, arrivati alla frontiera macedone, vengono ab­bandonati – umiliati e maltrattati – in una terra di nessuno senza né cibo né acqua. Intanto continuano i massacri lungo tutta la Drina, sommesso e inerme testimone dell’abominio umano.”
Višegrad. L’odio, la morte, l’oblio, reportage scritto sul campo dal giornalista Luca Leone racconta le vicende, raccoglie le testimonianze di tutte le parti e fa il punto sull’episodio che ha rappresentato la prova generale di ciò che sarebbe accaduto tra il 1992 e il 1995 a Srebrenica, Prijedor, Foča e in altri luoghi passati alla storia per la crudeltà degli eventi verificatisi.
“Venticinque anni di silenzi complici, di rimozione, di inganni e tradimenti. Di quel negazionismo spicciolo che si nutre di ‘letteratura’ cospirazionista e che, per mera affiliazione ideologica, ci spiega ogni tanto con un post tradotto o scritto pure male, che è tutto falso”. (Riccardo Noury)