giovedì 9 luglio 2015

"Come un uomo", caleidoscopio di vite e di storia della musica italiana

“Io mi chiamo Bertoli, sposo quello che canto ed eseguo solo le canzoni di mio padre in cui credo, quelle che sento rappresentative anche del mio mondo.
Con il tempo questa identificazione tra me e i brani scritti da mio padre è diventata sempre più chiara per tutti, per chi lavora con me e per il pubblico: il suo repertorio è diventato il mio repertorio. È così che il messaggio continua, senza spegnersi”. (Alberto Bertoli)
Questo è Alberto Bertoli, il rocker emiliano “con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”, che in Come un uomo si racconta all’amico e giornalista Gabriele Maestri.
Un caleidoscopio di vite e di storia della musica italiana, che ci fa sentire le grandi emozioni del palco, dell’impegno sociale e della passione per la musica, che rimbalza potente da chi suona a chi ascolta. Alberto, il ragazzo di Sassuolo logopedista per vocazione, ci fa entrare nella mente creativa del cantautore e racconta dalle assi di un palcoscenico, sulle note di Come un uomo, da dove viene la forza dell’Emilia che ricostruisce la terra devastata dal terremoto nel 2012 e dall’alluvione del 2014.
Alberto è semplicemente un uomo, e un artista, che riesce ad amare – veramente – la vita. E al tempo stesso riesce a indignarsi, nelle canzoni e nel quotidiano, quando è tempo di indignarsi. Crede in una musica che cambi il mondo, o anche solo lo migliori, senza quel paraculismo oggi così di moda. I suoi occhi brillano spesso: quando parla di chi ha a cuore, quando rivela che gli piace. E quando racconta di suo padre”. (dalla prefazione di Andrea Scanzi)
“Alberto è un vero emiliano: solare, intraprendente e caparbio, ama quello che fa e ha un’idea ben chiara e precisa della sua identità”. (dalla postfazione di Beppe Carletti)
“Ci si può emozionare a percorrere la storia di Alberto: in ogni sua parte trasmette la dignità e la forza di chi lavora, lotta, vive "come un uomo". Proprio come la gente d’Emilia che, dopo le percosse del terremoto, si è rimboccata le maniche e si è rimessa in piedi. E un brano come quello che dà il titolo a questo libro non poteva che scriverlo un emiliano puro, cresciuto a pane, dignità e coraggio. Uno come Alberto, insomma. (Gabriele Maestri)