martedì 28 luglio 2015

Repubblica serba di Bosnia, l’opposizione: “Dodik se ne vada”

Tempi duri per il padre-padrone della Repubblica serba di Bosnia (Rs), l’entità amministrativa fondata sulla pulizia etnica di cui il milionario Milorad Dodik è signore assoluto da circa un ventennio. Un forte attacco nei suoi confronti è partito ieri dal capo del più importante partito d’opposizione, il Partito democratico serbo (Sds), Mladen Bosić, secondo cui Dodik, con l’indizione del referendum contro le competenze della magistratura centrale bosniaca sul territorio della Rs, avrebbe messo l’Entità “in una posizione di grande svantaggio”, e per questo dovrebbe dimettersi e indire nuove elezioni a ogni livello amministrativo.
Il Sds, opposizione a Banja Luka ma nel governo a livello nazionale, è noto per avere posizioni non troppo più concilianti e “democratiche” di Dodik. Resta l’evidenza, già da tempo da alcuni notata, di una frattura sempre più forte nella destra nazionalista serbo-bosniaca – strappo che oramai contrappone duramente anche filo-russi e filo-europeisti – e del fatto che l’astro di Dodik sia in procinto di tramontare a causa dell’esuberanza e degli eccessi del tycoon serbo-bosniaco. Molto governi europei, e recentemente anche l’Unione europea, hanno espresso malumore per l’indizione del referendum, che potrebbe trasformarsi in una bolla di sapone o, come molti auspicano, in un boomerang per Dodik.