lunedì 6 luglio 2015

Srebrenica, in attesa del Consiglio di sicurezza Onu, c’è chi sta scavando le nuove fosse

In attesa che i grandi del mondo decidano, forse domani, se licenziare un testo che ricordi le vittime di Srebrenica, possibilmente riconoscendo e condannando il genocidio (ma Russia, Serbia e Repubblica serba sono pervicacemente contrarie) in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, a Srebrenica sono cominciati i lavori di scavo delle nuove fosse. L’11 luglio prossimo saranno 136 le vittime sepolte nel Memoriale di Potočari, 18 delle quali minorenni nei giorni del genocidio, consumato tra l’11 e il 21 luglio 1995.
Le 136 piccole bare verdi piene di ossa saranno sepolte accanto alle altre 6.241 già tumulate, in attesa della cerimonia del ventunesimo anniversario, l’anno prossimo. Il numero così ridotto di feretri non si spiega con una riduzione dei ritmi di lavoro ma con le enormi difficoltà nei riconoscimenti. Oramai, infatti, gli antropologi forensi possono lavorare solo su singole ossa o parti di scheletro, non essendo più disponibili nelle migliaia di sacchi a disposizione resti di corpi integri.
A oggi sono state rinvenute circa ottanta fosse comuni nella Repubblica serba di Bosnia negazionista. Ancora oltre quattromila delle 10.701 vittime del genocidio attendono il riconoscimento, ma in alcuni casi attendono ancora il ritrovamento, inumate come sono in luoghi sconosciuti sotto la terra amara della Repubblica serba di Bosnia che aspira a un’indipendenza fondata sul genocidio e sullo stupro etnico.
L’11 luglio a Potočari ci saranno un sacco di potenti e di giornalisti. Il 12 luglio, come sempre, tutto sarà stato già dimenticato…